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 10.000 anni di storia del quartiere meridiana Riduci

Sapete che sotto Meridiana scorrono 10.000 anni di storia abitativa?
Che questa è una zona archeologica tra le più interessanti d’Italia con resti neolitici, una villa romana, necropoli etrusche?
Che in Meridiana, per la prima volta in Italia, è stato adottato un modello di tutela preventiva che ha consentito 12 anni di scavi senza neanche un blocco di cantiere ?No ? Bene, questa sezione fa per voi. Buona lettura


materiali da : "L'Anatra del Villaggio", sito Comune di Casalecchio di Reno, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, mostra "La Meridiana nel tempo" Proprietà artistica e letteraria di Pierangelo Pancaldi e Luca Cesari (LARES s.n.c.) e di Cinzia Cavallari e Nicoletta Raggi (TECNE s.r.l.)

1997 - Scavi Parco ArcheologicoFin dall’Ottocento il territorio di Casalecchio di Reno  è stato oggetto di ritrovamenti archeologici di notevole importanza. La Sovrintendenza Archeologica teneva d'occhio, fin dall'epoca degli scavi della Scuola Francese, negli anni 60, l'area delle lottizzazioni "Zona A" e Zona B" per cui, quando venne presentato il progetto di urbanizzazione, in accordo con la proprietà (la Galotti S.p.A.) con il Comune e la Provincia, nel 1985 fu elaborato un piano di intervento per la tutela preventiva dei beni archeologici. La complessa operazione è stata realizzata nel corso di dodici campagne di scavo (1989-2001) nei 60 ettari della Meridiana, dirette dal funzionario di zona della  Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Dott. Jacopo Ortalli, ed eseguite dai tecnici di varie società archeologiche.

1999 Scavi Archeologici«Ho fatto centinaia di scavi nelle diverse province in cui ho operato, ma qui abbiamo adottato un modello divenuto in breve un caso pilota a livello nazionale con l'impresa, la Galotti, che ha finanziato una ricognizione sistematica, lotto per lotto, man mano che procedevano i lavori, svolta rigorosamente dalla Soprintendenza —spiega il prof. Ortalli -ll Resto del Carlino 28-09-2008 —. Luciano Marchesini si è calato nel progetto, ha capito l 'importanza culturale del luogo nel quale andava a costruire, e anche che nel ruolo di imprenditore ne avrebbe avuto vantaggi . Infatti non ci fu mai un blocco di cantiere, se i ritrovamenti riguardavano elementi che si potevano spostare come le tombe c'è stato tutto il tempo di studiare, documentare e salvare . Se invece eravamo di fronte a strutture fisse come la villa romana, allora c'era il tempo di cambiare il progetto e salvaguardare il sito, come poi si è fatto»

Vennero fatti sondaggi, carotizzazioni, scavi di trincee, prospezioni elettromagnetiche e, ogni volta che si trovavano indizi, si passava allo scavo archeologico scientifico. Le ricerche sono state condotte in maniera globale, ricostruendo non solo l'ambiente umano ma anche la geomorfologia, l'antica flora e l'antica fauna, raccogliendo ogni residuo, umano, vegetale ed animale. Negli scavi è stato trovato di tutto, dal Neolitico al Rinascimento.
Casalecchio è quindi molto più antica di quanto si supponesse in precedenza 

  • 10.000 anni fa..
     
    La più antica frequentazione umana finora attestata a Casalecchio di Reno risale a circa 10.000 anni fa, quando gruppi di cacciatori-raccoglitori mesolitici sembrano aver scelto alcuni punti del territorio quali stazioni di sosta temporanea durante le stagionali battute di caccia; lo testimoniano i resti di microliti rinvenuti durante gli scavi nel quartiere Meridiana, legati probabilmente alla preparazione di armi e strumenti. 
  • NEOLITICO (Età della pietra nuova): sono stati trovati i buchi dei legni della palizzata di un villaggio risalente alla "Cultura di Fiorano" (anno 2.000 a. C.circa), frammenti di cocci e resti del seppellimento (forse rituale?) di un capretto, con raschiatoi di lamelle di selce.
  • ETA’ DEL BRONZO: Sono state scoperte strutture abitative, capanne, residui di cotto, focolari, frammenti ceramici.
  • VILLANOVIANI: la presenza Villanoviana fra Pontecchio e Bologna ( e, particolarmente, a Casalecchio) era già stata ampiamente documentata, con una continuità abitativa attorno al guado di Tripoli. Nella Zona A sono stati scavati fondi di capanne, fornetti ed un pozzo con una camicia di ciottoli. E' stato anche identificato il paleoalveo di un torrente che scendeva dalle colline e scaricava in Reno. I Villanoviani avevano sistemato la zona abitativa sulla sponda sinistra di questo torrente e l'area sepolcrale sulla destra, quasi a mettere un confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nel 1994 è stato rinvenuto il seppellimento di un cavallo e di un cinghiale. Nel sito non c'è una vasta necropoli organizzata, ma piccoli gruppi di sepolture, ciascuno dei quali doveva far riferimento, forse, a singole famiglie, di un unico villaggio.
  • ETRUSCHI: nel periodo felsineo l'agglomerato di Casalecchio si fa più concentrato. Fra la tangenziale, la ferrovia ed il cimitero vi sono alcuni edifici etruschi orientati e collegati a quello che è visibile davanti al vecchio ingresso del cimitero e che fu scavato da Peyre.Vi è la stessa planimetria regolare. L'edificio studiato in questa occasione ha più ambienti, una tettoia e una vasca che veniva alimentata da un canale artificiale. Villaggio Etrusco - Disegno di Nicoletta RaggiIl torrente era stato arginato dagli Etruschi per evitare esondazioni, tutto il terreno circostante era stato bonificato, sistemati fossi di scolo, con andamento rigidamente ortogonale. La strada di accesso agli edifici veniva regolarmente inghiaiata. Rispetto ai Villanoviani, gli Etruschi avevano cambiato le funzioni delle zone:: la riva destra del torrente fu abitativa, quella sinistra cimiteriale. Il sepolcreto etrusco ha grandi tombe a fossa, risalenti al sec. VI -V a. C., allineate a filari.Le sepolture sono a rito misto: inumazione o incinerazione. Vi sono tombe principesche ed altre povere. Sulle tombe v'era un signacolo di masso. E'stata trovata anche una stele figurata di tipo felsineo, che rappresenta una danzatrice mentre balla agitando i crotali (uno strumento musicale ancora in uso nel Meridione) Lo standard di queste tombe è pari a quello di Felsina. Non si tratta di un cimitero rustico, di poveri villici: Casalecchio è un centro cittadino, con una sua cultura, che aveva il ruolo di controllare un delicato nodo di traffici ed i movimenti degli abitanti di Misa.
  • CELTI: il gruppo di Galli che si stanzia a Casalecchio è cospicuo. Essi si installano parassitariamente nelle dimore etrusche (fatto già notato durante gli scavi del 1960) però non sono in grado di fare una regolare manutenzione delle case, degli argini, dei fossi delle strade. Utilizzano comunque queste strutture per due secoli. Strada Romana - Disegno di Nicoletta RaggiE' stata scavata una necropoli con un centinaio di tombe. L'area sepolcrale è delimitata da fossi, che segnano anche un'area sacra. Le tombe, protette da assiti, sono a ranghi serrati, hanno un corredo modesto, di pochi oggetti, tutti di produzione locale. Ciò significa che il sepolcreto è databile al primo periodo di permanenza dei Galli (IV secolo a. C.), quando la comunità manteneva i suoi costumi originari e non si era ancora etruschizzata. Nell'area sacra, invece, c'è una sola tomba a cremazione, entro un recinto con due altari od edicole. E' la tomba di un guerriero eroizzato; nel corredo di questo illustre personaggio vi è un anello con incastonato un sigillo a figura theromorfica (cioè rappresentante un mostro). 
  • ROMANI: sono perfettamente identificati i resti della antica centuriazione, con stradeStrada Romana inghiaiate ove si nota ancora il solco del passaggio dei carri e si riscontrano i fossi di scolo laterali ed i segni delle antiche coltivazioni (particolarmente dei filari di vite). I Romani spostarono ancora il torrente per alimentare un bacino artificiale che serviva da riserva d'acqua. Vicino è stata rinvenuta una fornace. Nella Villa della Meridiana è stata identificata una parte rustica (con vasi, dolii, strumenti per la produzione agraria) ed una dominicale, più elegante, con belle antefisse ai tetti e lavorati pluviali. Non lontano si sono trovate due necropoli per complessive 250 tombe con ogni tipologia funeraria (incinerazione, inumazione, protezione con assiti, seppellimento in anfore, cappuccine…) Le necropoli furono usate continuativamente fino al V secolo d.C. Per la loro complessità non potevano essere il cimitero della villa, ma del villaggio di Casalecchio, del quale, però, non è stata ancora trovata traccia.

 



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